La squadra di calcio dilettantistico della città di Samarate era appena stata rifondata. Era il 2015 e si dava giustamente spazio quasi esclusivamente al settore giovanile, in particolare ai bambini che sarebbero diventati i nuovi calciatori.
Tutto sommato il presidente, insieme al nuovo direttore sportivo, decisero di mantenere la prima squadra, quella dei “grandi” seppur cambiando praticamente tutti i componenti, a parte un paio di ragazzi. Nuovi calciatori, nuovo allenatore, tanto entusiasmo e tanto scetticismo.
Il comune negò la possibilità di giocare le partite casalinghe nello stadio comunale, non si capì però se la colpa fu del comune o della società. Questo portò la squadra ad allenarsi e a giocare le partite casalinghe sullo stesso campo. Un campo che ovviamente diventò “di patate” dopo un paio di mesi.
Estromessi immediatamente dalla coppa e partiti non benissimo in campionato qualche giocatore lasciò la squadra, anche a causa delle scelte infelici dell’allenatore. Era comprensibile. Era comunque un anno di transizione. Le squadre ed i meccanismi di uno spogliatoio hanno bisogno, solitamente, di tempo per ingranare.
Nella seconda parte di stagione le cose cambiarono. I “duri” rimasero. I “duri” a due giornate dalla fine vinsero il campionato. Nonostante le difficoltà, nonostante il campo in condizioni pietose, nonostante scelte clamorose dell’allenatore che a fine stagione fu allontanato.
Quella rimane ancora l’ultima vittoria di una delle nostre squadre.