Fare il pane è l’espressione più autentica della storia dell’uomo. Creare il nostro cibo, lavorare le materie, scegliere quantità, gusto e tempi. Lo trovo fantastico.
Ecco che così dopo tanti tentativi non riusciti, ho fatto una prima gavetta di pane fatto in casa con la macchina del pane. Semplice, buono, sempre uguale. La felicità per la riuscita dell’esperimento è però durata poco perché se è vero che si parte dagli ingredienti base cioè acqua, farina, lievito e sale, è anche vero che non si prendono in mano mai le materie, si aprono i sacchetti e si versano nella macchina del pane. Comodo, ma non quello che cercavo.
Pochi giorni fa invece, una nostra vicina ha dato a Marta il famoso, quasi eroico, lievito madre. Un’entità a sé stante, non ben definita, di cui parlano leggende e storie mistiche. Ebbene ci troviamo a provare per prima cosa a “rigenerare” il lievito madre. Il procedimento è semplice seppur faticoso.
Si prende il lievito, si aggiunge acqua e farina e lo si lavora più volte da tutti i lati. Marta dice che lo si rimpasta. Deve riposare poi, più di un calciatore che ha rotto il menisco, in un barattolo. Ogni giorno, se tutto sta procedendo correttamente, il lievito fa il suo dovere e cresce a dismisura. Quando si ha la casa piena di lievito madre è giunto il momento di rimpastare e tutto ricomincia.
Questa volta devo dire che la sensazione di “fatto da me” si sente eccome. Benché sia Marta a farlo, vedo che impasta e impasta, vedo ogni giorno farina per tutta la cucina. Mi piace.
Siamo giunti così al momento in cui si può addirittura usare questo lievito tanto pretendente di attenzioni per fare il pane. Se ne scarta una parte che non verrà utilizzata e se ne usa un’altra piccola parte per l’impasto. Quando inizia a cuocere in forno, il profumo che inonda la cucina è di quelli che ti fa dimenticare in un attimo che hai dedicato un’ora al giorno per gli ultimi venti giorni su un grosso tagliere con continue esplosioni di farina.
Devo ammettere che la differenza è enorme rispetto a quello che facevamo prima. Il pane rimane croccante sulla superficie e morbido al centro, come piace a noi. Abbiamo provato con diverse farine ed è sempre buono. Quello che più mi piace è fatto con la farina di segale e sale rosa grosso. Poi la forma, il profumo, il colore. Ogni volta unici. Siamo rimasti davvero soddisfatti tanto che vorremmo fare un ulteriore passo avanti e provare a prepararci noi il lievito partendo da acqua e farina.